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SANREMO

Memorabilia

Sanremo 2021, i migliori momenti di un'edizione unica

Un'antologia, un album dei ricordi, uno scrigno dove conservare immagini e suoni preziosi. Ne abbiamo scelto qualcuno, aggiungeteci i vostri

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di Sandro Calice
Quante cose è stato questo Festival.

Si è aperto come il Festival della ricrescita (Fiorello) e si è chiuso come Festival della resilienza (Stefano Coletta). Nel mezzo, appunto, tanti momenti da ricordare.

E' stato il Festival delle poltrone vuote, perché la pandemia ha deciso che il pubblico dovesse rimanere a casa. E' stato il Festival della tecnologia, con la scenografia e i suoi 7 chilometri di led che hanno ridisegnato il teatro Ariston come una gigantesca astronave. Ma anche con l'ologramma di Vincenzo Mollica in collegamento dal suo storico balconcino. E' stato il Festival dei due amici Ama e Fiore, ché solo un'amicizia di ferro poteva reggere l'atmosfera straniante di uno show senza pubblico.

E' stato il Festival dei personaggi, Zlatan Ibrahimovic e Achille Lauro su tutti, ma anche delle persone, dell'orchestra, dei lavoratori dello spettacolo. Il Festival degli appelli, dall'infermiera-simbolo Alessia Bonari a "Liberate Patrick Zaki". Il Festival delle donne (conduttrici, cantanti, attrici, sportive, giornaliste, modelle, super ospiti, tutte) e il Festival dei giovani, sul palco e a casa, dicono i dati di ascolto. E' stato anche il Festival del coraggio di vivere con la malattia, dall'attrice Antonella Ferrari a Donato e il suo sogno di palleggiare con Ibra. 

E ancora, il Festival dei travestitismi e dei trasformismi (Lauro, Amadeus e Fiorello, Gazzé, Lo Stato Sociale) e poi il Festival, potremmo dire, del "guardiamoci negli occhi": i due conduttori, i Coma_Cose, La Rappresentante di Lista, Fedez e Michielin, Colapesce e Dimartino. 

Noi abbiamo scelto alcuni dei momenti che ci hanno colpito di più. Non c'è una gerarchia né un filo conduttore, se non quello delle emozioni. Ve li mettiamo qui, tutti insieme, per conservarli. Ognuno potrà aggiungere o togliere quello che vorrà.

Cominciamo dalla fine. Al Festival dei "non è mai successo prima" vince, con merito, il rock dei Maneskin. Non poteva finire meglio

Gaudiano che canta con gli occhi al cielo e dedica la sua vittoria tra le Nuove proposte al padre che non c'è più.

I quadri di Achille Lauro, un viaggio nella musica e nell'anima. La scelta di averlo come ospite tutte le sere ha 'sdoganato' - come si dice in gergo - un po' di cose: si capiranno meglio a freddo.

Non chiamateli semplicemente cover o duetti, quelli della terza serata sono state piccole perle in onore della migliore storia della musica italiana.

Colapesce e Dimartino che rendono omaggio a Franco Battiato, da tempo lontano dalle scene ma presente qui con un'inedito frammento della sua voce, per ricordarci che il suo silenzio pesa come l'assenza del pubblico.

Che cosa c'entrano i CCCP e i C.S.I con il Festival di Sanremo? Ve lo spieghiamo noi.

Che fosse un personaggio oltre che un grande calciatore non l'abbiamo scoperto qui, ma "Le regole di Zlatan" resteranno una delle migliori invenzioni di questo Festival.

Di ospiti ne sono passati tanti: la botta di pura energia musicale, però, di Enzo Avitabile che ricorda Renato Carosone è da antologia.

"Sono un'attrice, non la sclerosi multipla": il monologo di Antonella Ferrari commuove l'Ariston.

Altro tipo di monologo e di commozione: Elodie conquista tutti col racconto della sua vita.

Se poi per 'alleggerire' vogliamo andare sul cazzeggio puro, non possiamo perderci Rosario Salerno e Amedeo Squillo che cantano "Siamo donne".

Scende le scale con cautela, accompagnata da Fiorello. Poi prende il microfono e sono brividi: la 'standing ovation' per Ornella Vanoni.