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SANREMO

Le parole e l'ironia del superospite

Sanremo secondo Ibra. Ecco lo Zlatan-pensiero sul Festival

Arrivo rocambolesco per l'attaccante del Milan al Festival. Bloccato in autostrada per un incidente per più di tre ore, arriva grazie a un passaggio

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di Antonio Emilio Caggiano
Presenza col brivido per Ibrahimovic alla terza serata del Festival. E' lui stesso a salire sul palco e a raccontare l'inconveniente che l'ha fatto arrivare a Sanremo con tre ore di ritardo, con tanto di video sul telefonino a comprovare l'accaduto.

"Mi sono trovato bloccato per tre ore in autostrada a causa di un incidente. A un certo punto ho chiesto all'autista di farmi scendere e ho chiesto a un motociclista se voleva darmi uno strappo fino al Festival. per fortuna era milanista. Mi ha accompagnato per 60 chilometri fino qui. Solo quando siamo arrivati mi ha confessato che era la prima volta che guidava in autostrada", racconta Zlatan.

Poi riprende fiato e ricomincia a recitare la sua parte. Fa divertire la gag con Amadeus in cui suggerisce al conduttore del Festival di trasferire tutto a casa sua, "a casa mia ci sta tutto" e soprattutto diverte la battuta su Achille Lauro: "Lui lo mettiamo in garage, che controlla le macchine, così fa paura ai ladri e non entrano".


 

Ibra al Festival
La presenza di Zlatan Ibrahimović sul palco dell'Ariston non è (e non poteva esserlo) una presenza normale. Gioca con le parole, con il suo fisico, con il suo mito e mescola tutto con una sottile ironia e autoironia che lascia perplessi alcuni, e che diverte i tanti.

E' uno degli ospiti speciali della 71esima edizione del Festival di Sanremo e forse il termine speciale su di lui calza meglio che sugli altri. Fin dall'inizio della prima puntata, accanto ad Amadeus nella conduzione, si è lasciato coinvolgere in siparietti ironici e simpatici.

Oltre a essere un campione vero del mondo del calcio, nel corso della carriera ha dimostrato di essere una vera e propria icona anche in fatto di stile. Sul palco dell'Ariston è apparso più elegante che mai, con una serie di completi eleganti e griffati. È stata però la prima giacca indossata ad aver attirato in modo particolare le attenzioni del pubblico, visto che l'ha fatta decorare con una scritta ricamata personalizzata e autocelebrativa.

Non poteva essere altrimenti. Anche questo è Zlatan Ibrahimovic.

E allora, via a una serie di battute e di situazioni che hanno giocato molto, proprio con l'ironia di Zlatan e sull'idea che esiste di lui nell'immaginario collettivo.

A partire dalla presenza, nella passata edizione del Festival, di Cristiano Ronaldo in qualità di accompagnatore della compagna, Georgina Rodriguez. Ronaldo viene evocato nel corso della prima serata del Festival di Sanremo dal padrone di casa, Amadeus, che spiega come l’asso portoghese sia un fan di Madame, una delle cantanti in gara. La risposta di Zlatan, sul palco assieme ad Amadeus e Fiorello per presentare proprio la giovane cantante, è un fulmine uscito dagli occhi che gela il conduttore, prima di lasciarsi andare a un sorriso.

L'attaccante svedese del Milan entra subito nello show e sceglie Amadeus come sua vittima predestinata: "Su questo palco mi sento piccolo, ma sempre più grande e potente di te...". E poi comincia a dettare le sue regole: Regola numero uno, "Il Festival sarà di 22 cantanti, 11 contro 11, sennò non è regolare". "Vendi 4 cantanti, so che il Liverpool sta cercando giocatori. Altrimenti li metto nel mio giardino...". Regola numero due: "Il palco non va bene, deve essere 105 metri per 68, come al 'Meazza', sennò il Festival è annullato". E per liberare un po' di spazio, c'è un'unica soluzione: "Via i violini, ma le ragazze restano".

E' come dire "Io sono Zlatan e voi non siete un ...".
Sempre rivolto ad Amadeus: "È un onore essere qua, ma è anche un onore per te avermi qui". Elegantissimo, in smoking, la spilla argentata enorme con il suo nome, Zlatan Ibrahimovic sale sul palco dell'Ariston e guadagna subito la scena, prendendosi gioco del povero Amadeus... E poi trova pure lo spunto per pensare a Lukaku: "Se vuole venire è il benvenuto".

E ancora: "Normalmente mi sento grande, potente, su questo palco mi sento piccolo, ma sempre più grande e più potente di te, caro Amadeus". Quindi l'attaccante del Milan continua a dettare le regole del Festival: "Il direttore è Zlatan". Amadeus: "Veramente sarei io...". Ma non c'è speranza: "Sono io, me l'ha detto Zlatan...".

In realtà già nella prima conferenza stampa di presentazione, Zlatan aveva lasciato intendere che la sua presenza non sarebbe mai stata di contorno: "Quando Amadeus mi ha chiamato ho detto di sì subito. Amadeus ha detto ‘Meglio giocare con me che contro di me’. Poi non so niente del programma, ma sono presente. Qui cercherò di essere me stesso. Amadeus mi ha detto tutto andrà bene, ‘devi essere te stesso’”.

“Penso che tutto andrà bene e se sbaglio nessuno mi può giudicare perché non è il mio mondo. Se faccio bene meglio ancora, perché avrò un altro lavoro. Quando faccio calcio sono concentrato. Questa cosa la faccio per dare indietro all’Italia tutto quello che ha fatto per me. Ho chiesto cos’è Sanremo? La cosa più grande che abbiamo. Ok allora la faccio - ha continuato Ibra che poi ha risposto anche alle recenti polemiche -. Razzismo e politica sono due cose diverse: lo sport unisce, la politica divide. Io faccio sport non politica: gli atleti devono fare gli atleti, i politici i politici, questo volevo dire a LeBron James”.

Il cuore di Ibra però esce allo scoperto nella seconda serata del Festival. Mentre è fuori per impegni con la sua squadra, collegato in video dallo stadio di San Siro, dopo la partita tra Milan e Udinese, si  materializza e chiede un applauso per Davide Astori a tre anni dalla sua scomparsa avvenuta il 4 marzo 2018. "Voglio che facciamo un applauso per Astori - dice - è 3 anni che non è con noi ma è sempre con noi".

Ibra canta
E per questa sera, dopo il brivido sul suo arrivo al Festival, è arrivato anche lo Zlatan cantante. Lo ha fatto insieme al suo amico Sinisa Mihailovic, dopo aver ricordato qualche aneddoto calcistico che li vedeva partecipi. Arrivato il momento di cantare, lo hanno fatto insieme a Amadeus, ma soprattutto insieme a Fiorello in un gruppo che Fiorello ha ribattezzato gli Abbadeus. La canzone scelta è "Io vagabondo", il grande classico dei Nomadi. 


 

Il tecnico del Bologna e l'attaccante del Milan, grandi amici dai tempi delle sfide in campo, hanno scherzato insieme ad Amadeus ricordando l'origine del loro rapporto fraterno. "Cominciò tutto con una testata", ha spiegato Mihajlovic citando una sfida tra Inter e Juventus dell'aprile 2005, con Ibra poi squalificato dal giudice sportivo. "Quando poi è venuto all'Inter volevo ridargli la testata: noi dimostriamo così l'affetto", ha sorriso il tecnico del Bologna.

"E' il nostro amore - ha ammesso lo svedese - Sinisa è un grande amico, un gladiatore, una persona che sa cos'è il coraggio. Cosa gli invidiavo da giocatore? Tirava le punizioni come io tiro i rigori. E non parlo di quest'anno al Milan". "Ci sono calciatori che hanno giocato e calciatori che hanno vinto - ha replicato Mihajlovic prendendo in giro Ibrahimovic - Lui ha giocato, io ho vinto la Coppa dei Campioni". "Ma c'è ancora tempo", ha promesso l'attaccante del Milan, vicino ai 40 anni ma ancora in campo.